domenica, Settembre 8, 2024

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Tempi duri per Tesla e Musk. E ora Byd crede nel nuovo sorpasso. Ecco perché

ROMA – La crisi dell’auto elettrica nel mondo occidentale sta mettendo in difficoltà Tesla, che ha registrato nel secondo trimestre un forte calo delle vendite e soprattutto degli utili (-45%, a 1,5 miliardi di dollari). Dati che, insieme ai forti investimenti fatti (e annunciati) ancora senza risultati per l’Intelligenza artificiale, allo slittamento a ottobre del Robotaxi a guida autonoma e alla “ritirata” dalla costruzione della nuova Gigafactory in Messico, hanno mandato al tappeto il titolo della casa americana. Titolo che ieri ha perso il 12%, maggior calo dal 2022, lasciando sul terreno circa 100 miliardi di capitalizzazione e affossando insieme a Google e agli altri titoli tecnologici il Nasdaq.

Tesla, del resto, pur restando il primo produttore di auto elettriche del mondo, sente sul collo il fiato di Byd: il colosso cinese, infatti, ha incrementato le sue immatricolazioni del 21% tra aprile e giugno, riducendo a circa 100.000 unità il gap del primo semestre 2024 con la casa americana (726.153 contro 830.766 auto vendute). E inizia a vedere concretamente la possibilità di un nuovo sorpasso entro la fine dell’anno sul gruppo di Musk che è al secondo trimestre consecutivo di vendite in calo, scese a 19,9 miliardi di dollari dai 21,27 di un anno prima, anche se i ricavi sono saliti del 2% a 25,50 miliardi di dollari e sono risultati superiori al consensus degli analisti che li stimavano a 24,77.

Quali le cause della grande frenata di Tesla? Sicuramente la crisi di vendite di auto elettriche non aiuta, soprattutto perché investe i mercati “maturi” occidentali, Europa in testa, dove dovrebbe avere più spazi rispetto ai gruppi cinesi, che crescono molto ma con volumi ancora limitati. Secondo uno studio di Rho Motion, infatti, nel primo semestre il Vecchio continente è stato il mercato dove le elettriche hanno registrato la crescita più bassa a livello globale, rimanendo sostanzialmente al palo. A fronte di un aumento generale medio del 20%, la Cina ha fatto segnare un importante +30%, il resto del mondo un +26%, gli Stati Uniti e Canada un +10% mentre Ue, Etfa e Uk si sono fermate a un incremento di appena l’1%. E in Europa, come sottolinea Jato Dynamics, le vendite di auto elettriche cinesi sono aumentate nei primi sei mesi del 26% rispetto allo stesso periodo del 2023 e la loro quota di mercato è salita dal 5,97% al 7,37%, anche se con immatricolazioni per ora limitate a 70.000 unità. Mentre la Model Y, che lo scorso anno era l’auto più venduta in Europa, da gennaio a giugno 2024 ha perso sull’anno prima esattamente il 26%, a 101.181 unità. E resta l’elettrica più venduta, ma in classifica generale scivola dal primo all’ottavo posto.

Musk, del resto, sta pagando anche la politica di tagli dei prezzi che non ha funzionato come lo scorso anno e, anzi, gli si è ritorta contro, come ha ammesso lui stesso, perché i concorrenti hanno a loro volta “ridotto sensibilmente i prezzi delle loro auto elettriche”. E continua a soffrire lo slittamento del lancio del modello più economico, proprio mentre le case cinesi, Byd in testa, stanno invadendo il mondo con modelli low cost ma tecnologicamente avanzati. In più, il tycoon continua a investire enormemente su guida autonoma e AI, ma senza aver fatto ancora passi avanti sostanziali e Tesla si ritrova con un parco modelli abbastanza datato e “ingessato”.

Byd, invece, sembra viaggiare con il vento in poppa, come gli altri produttori cinesi, grazie anche al governo di Pechino che spinge e favorisce l’invasione dei mercati occidentali, nonostante i dazi applicati da Usa e Unione europea. Nel secondo trimestre il colosso di Shenzhen ha ridotto dell’84% lo svantaggio nei confronti di Tesla rispetto allo stesso periodo del 2023. E se le vendite delle due case continuassero così, il nuovo sorpasso potrebbe diventare presto realtà. E forse più per demerito di Tesla e delle sue strategie. Anche se trattandosi di Musk non bisogna mai escludere sorprese che possano improvvisamente invertire la tendenza.

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