giovedì, Marzo 13, 2025

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Porsche, un nuovo Suv termico e una super 911 per il rilancio. La Macan resta elettrica

ROMA – Una nuova serie di Suv con motori termici e una super 911 dalle prestazioni ancora più brillanti: sono queste le novità in arrivo per Porsche nei prossimi anni annunciate dal ceo, Oliver Blume (che è anche il numero uno dell’intero gruppo Volkswagen), nel corso della conferenza stampa di presentazione dei conti 2024 e delle previsioni sul 2025. Novità che dovrebbero servire a dare nuova linfa ai risultati della casa di auto sportive tedesca che, complice la frenata in Cina, ha chiuso lo scorso anno con un calo dell’utile netto del 30,3% a 3,6 miliardi di euro, mentre i profitti operativi sono scesi del 22,6% da 7,2 a 5,6 miliardi. Il fatturato è calato dell’1,1% da 40,5 a 40 miliardi, ma le vendite di auto sono scese del 3% a 310.718 (da 320.221) e il margine operativo è calato dal 18 al 14%.

Dividendo invariato

Il calo delle immatricolazioni è comunque legato alla flessione in Cina perché negli altri quattro mercati (Europa, Germania, Nord America, mercati oltremare ed emergenti) ci sono state vendite record. Il dividendo però resterà invariato a 2,30 euro per azione (2,31 per le privilegiate), perché come ha spiegato il nuovo responsabile dell’area Finance e dell’IT, Jochen Breckner, “nel 2024, Porsche ha confermato un’elevata redditività anche inte mpi difficili e una buona solidità finanziaria: il flusso di cassa netto è stato di 3,7 miliardi di euro, quasi pari al record registrato nel 2023 (4,0 miliardi di euro), e comprendente uscite di cassa per 250 milioni di euro legate ai piani pensionistici. Il margine di liquidità netta è stato del 10,2% (10,6% nell’esercizio precedente), superando le previsioni.


Il piano di ridimensionamento

Per migliorare la situazione però Porsche, che a febbraio ha rinnovato il consiglio esecutivo con l’uscita del direttore finanziario Lutz Meschke e del direttore vendite Detlev von Platen, ha annunciato un “piano di ridimensionamento” da 800 milioni, che comporterà anche il taglio di 3.900 posti di lavoro (di cui 2.000 posti a tempo determinato non rinnovati) ed è al lavoro su un secondo pacchetto di misure straordinarie per la seconda metà dell’anno. La casa tedesca ha inoltre ridotto drasticamente i propri obiettivi di profitto per il 2025 a causa del rallentamento della domanda dei propri veicoli elettrici (le vendite della Taycan sono crollate del 49%) e dell’intensificarsi della concorrenza cinese. Ora, ha sottolineato Breckner, “il margine di profitto quest’anno sarà del 10-12%, mentre puntiamo a medio termine a una cifra dal 15 al 17%”, in calo rispetto ai precedenti obiettivi e soprattutto rispetto al programma “Road to 20”, che prevede di arrivare a un margine superiore appunto al 20%.

I nuovi modelli

Per rilanciare le vendite e i conti, Porsche punta ovviamente anche sui modelli. E a questo proposito Blume ha ribadito la necessità di adattarsi all’andamento del mercato e a una transizione all’elettrico più lenta del previsto, rimodulando l’obiettivo passato di arrivare a coprire l’80% delle vendite con vetture elettriche. E ha annunciato che la casa “sta valutando una linea di modelli indipendente nel segmento dei Suv con motori termici e ibridi, che “beneficerebbero di sinergie industriali” (probabilmente con Audi) per la loro realizzazione e che potrebbe essere realizzata nella fabbrica di Lipsia per essere lanciata verso la fine del decennio. La Macan invece resterà solo elettrica, così come la nuova 718, mentre la Cayenne non abbandonerà il termico anche se nel 2026 verrà lanciata la nuova generazione con la versione elettrica e avrà versioni plug-in hybrid, almeno fino al 2030. Ci saranno novità anche per l’icona di casa, la 911: è in arrivo una edizione limitata firmata Exclusive Manufaktur, terzo elemento della collezione Heritage Design Strategy, dallo stile riecheggiante gli anni 70; ma, soprattutto, il ceo ha annunciato l’arrivo a medio termine di una versione super della 911, che avrà prestazioni ancora più brillanti rispetto alla gamma attuale e rappresenterà il nuovo modello di punta.

Il doppio incarico

Nel corso della conferenza stampa, Blume ha chiarito anche la sua posizione rispetto alle critiche per il “doppio incarico” che lo vede ceo sia dell’intero gruppo Volkswagen che del brand Porsche: “È stata una decisione deliberata quella di assumere entrambe le funzioni, perché entrambe le aziende possono trarne vantaggio. D’altra parte – ha sottolineato – questo ruolo non continuerà per sempre. Naturalmente, continueremo finché vedremo dei vantaggi. Se guardiamo a Porsche, ne traiamo vantaggio quando si tratta di decisioni tecnologiche. L’ultima grande decisione è stata quella del software strategico con una joint venture che abbiamo creato insieme a Rivian, di cui fa parte anche Porsche. Senza questo doppio ruolo, non sarebbe stato così facile cambiare rapidamente un’architettura valida. E Porsche ne trarrà vantaggio anche quando si tratta di questioni politiche, perché io, in qualità di ceo del gruppo Volkswagen, posso parlare con i rappresentanti dell’amministrazione cinese e americana. Abbiamo un volume di investimenti maggiore grazie a Volkswagen, soprattutto quando si tratta di tariffe. Abbiamo più potere e Porsche può trarre vantaggio anche da questo”.

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