(Adnkronos) – Il procuratore generale della Corte di Cassazione ha chiesto oggi, martedì 11 marzo, di annullare con rinvio la sentenza impugnata di secondo grado, e quindi un processo di appello bis, per Franco Mottola, ex comandante della stazione di Arce, il figlio Marco e la moglie Annamaria, imputati per l’omicidio di Serena Mollicone, la giovane di Arce uccisa nel 2001.
“Sostengo il ricorso della parte civile perché considero che la sentenza di appello sia affetta da plurime violazioni di legge e di norme processuali”, spiega. Il pg rileva “l’assenza o apparenza della motivazione” della sentenza di secondo grado che è, quindi, “carente” e sottolinea che il “Giudice di Appello ha abdicato alla Cassazione” con “un atteggiamento pilatesco”. “La sentenza”, tra l’altro, spiega il pg, “omette di motivare sulla effettiva presenza di Serena Mollicone in caserma e non risponde a tutti gli elementi che confortano le affermazioni di Tuzi che hanno dato avvio alle indagini”.
Il 1 giugno del 2001 Serena Mollicone esce di casa presto per andare a fare un esame all’ospedale di Sora, dopo aver preparato la colazione al padre, con cui vive sola dalla morte della mamma. Da quel momento, però, non farà più ritorno a casa. Il suo corpo verrà ritrovato due giorni dopo con mani e piedi legati, nastro adesivo sulla bocca e un sacchetto del supermercato in testa, vicino a un mucchio di rifiuti nel bosco di Fonte Cupa in località Anitrella. Da quel giorno sono passati quasi 24 anni, ma il caso al momento resta ancora un giallo.
“Oggi è il giorno della speranza. Ci auguriamo, nonostante tutto, che ci sia ancora spazio per tornare a sperare nella verità” ha detto Consuelo Mollicone, sorella di Serena. Una “fiducia nella speranza” di cui ha parlato anche lo zio Antonio Mollicone arrivando in Aula.