domenica, Dicembre 22, 2024

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Milan, scoppia la contestazione: perché i tifosi ce l’hanno con squadra e società

(Adnkronos) – Nel giorno delle celebrazioni per i 125 anni di storia del Milan, scoppia la contestazione dei tifosi verso il club. Lo 0-0 di San Siro contro il Genoa è stato la classica ultima goccia per i sostenitori rossoneri, che dopo mesi di delusioni e diversi segnali hanno alzato la voce nei confronti della società. Ma quali sono i motivi alla base del malcontento? 

Il primo discorso è relativo al campo. Fin qui, pesa per la squadra soprattutto l’andamento in campionato: il Diavolo oggi è ottavo, ha 23 punti (con una partita da recuperare) e i numeri mettono in fila un impietoso –14 dall’Atalanta capolista e un provvisorio –8 dall’Inter, che dovrà giocare in serata contro la Lazio. I rossoneri hanno poi la quinta difesa della Serie A e il sesto attacco, insieme al Napoli. A salvare l’inizio di annata deludente, dopo il secondo posto della passata stagione, il ritorno al successo nel derby contro l’Inter e un ottimo percorso in Champions, con 12 punti conquistati in 6 partite e lo scalpo del Real Madrid, battuto al Bernabeu in una notte da ricordare. 

Detto dei risultati, ai tifosi non va giù nemmeno l’atteggiamento dei giocatori, spesso svogliati in campo e senza grinta e personalità. Come lamentato da Fonseca dopo la vittoria con la Stella Rossa e come raccontato da alcuni provvedimenti presi proprio dal tecnico, che non si è fatto problemi a mandare in panchina leader come Rafael Leao e Theo Hernandez.  

L’altro tema è relativo alla dirigenza. Ai tifosi non va giù, e non da oggi, la poca presenza della proprietà americana nei momenti delicati. La società parla poco, sembra assente e nel mirino è finito anche Zlatan Ibrahimovic, senior advisor di RedBird e braccio destro del numero uno del fondo americano Gerry Cardinale. Solo un anno e mezzo fa, lo svedese era idolatrato dal pubblico di San Siro dopo essere stato uno dei protagonisti del ritorno al vertice, certificato dallo scudetto vinto con Stefano Pioli nel 2022. Ieri, nel giorno di festa del club, anche lui è stato fischiato in maniera clamorosa.  

C’è poi un discorso relativo all’operato del club sul campo. Il tifo rossonero non ha digerito la separazione dall’ex direttore dell’area tecnica ed emblema di “milanismo” Paolo Maldini, avvenuta all’improvviso nel 2023, e dopo la rottura con Pioli ha invocato un nome forte per la panchina. Su tutti, Antonio Conte. La società ha invece scelto prima Lopetegui, virando su Fonseca dopo una rivolta consistente sui social. E poi, sul mercato, tante volte è stata contestata una mancanza di forza e un’eccessiva attenzione al bilancio negli acquisti. In estate non è arrivato per esempio il grande colpo in attacco e la società ha preso Morata. Un giocatore di livello internazionale, forse però non l’uomo giusto per sostituire l’apporto in zona gol di Giroud. E con questo, nelle ultime due stagioni sono arrivati anche investimenti che hanno convinto poco o nulla. Come Chukwueze, Okafor, Pavlovic ed Emerson Royal. Insomma, in casa rossonera sono diversi i problemi da risolvere per far pace con San Siro. (di Michele Antonelli) 

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