(Adnkronos) – “Tanti si riempiono la bocca della parola pace, ma va protetta ogni giorno”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, salutando alla base aerea di Siauliai, in Lituania, il contingente militare italiano impegnato nella missione Nato Baltic Air Policing. “Sono qui anche per ricordare all’Italia quanta parte della nostra credibilità passa dai vostri sacrifici e dalla vostra abnegazione, per ricordarlo a quei tanti che si riempiono la bocca della parola pace ma non ricordano sempre che la pace non è qualcosa di garantito, ma qualcosa da difendere ogni giorno e che c’è qualcuno in prima linea a fare questo lavoro”.
“Madre Patria vi è riconoscente” sottolinea. “Sono di ritorno dalla Finlandia verso casa. In Italia la gran parte delle persone è impegnata a organizzare il pranzo di Natale o a comprare gli ultimi regali e tutti si preparano a riabbracciare le proprie famiglie. Voi non lo farete, so che vi pesa, ma forse vi peserebbe di più sapere che non state facendo il vostro lavoro per garantire sicurezza e serenità alle vostre famiglie”.
“Siccome la patria è una madre, e non è un caso che la chiamiamo madre patria, quella madre vuole essere da voi e dirvi buon Natale, dirvi grazie e dirvi che apprezza e riconosce gli straordinari sacrifici che fate”, ha proseguito la premier.
“Nel Signore degli Anelli – lo cito spesso ma non è l’unico libro che ho letto, giuro – Faramir, parlando della battaglia, dice: non amo la lucente spada per la sua lama tagliente, né il guerriero per la gloria, né la freccia per la sua rapidità, amo solo ciò che difendo. Non si sceglie di essere un soldato per odio, si sceglie di essere un soldato per amore, non si sceglie di essere un soldato perché si ama la guerra, si sceglie di essere un soldato perché si ama la patria”.
“Ho convocato per domani una riunione per capire come procedere” sulla questione del protocollo con l’Albania per la gestione dei flussi migratori. “Mi pare che la Cassazione abbia dato ragione al governo italiano”, ha detto ancora, aggiungendo che “è diritto dei governi stabilire la lista dei Paesi sicuri”. A chi le chiedeva se la lista europea di Paesi sicuri arriverà entro marzo, Meloni ha risposto che “ci vorrà più tempo”.
Per gestire i flussi migratori “bisogna pensare ‘out of the box’, l’Italia è stata la prima a stipulare un accordo con un Paese extra Ue, stiamo avendo qualche problema nell’interpretazione delle regole” contenute nel protocollo con l’Albania ma “li stiamo superando. Penso che sia un nuovo modo di affrontare questo problema”, ha sottolineato.
“Le regole del nuovo patto Ue in materia di migrazioni ci aiuteranno di più ad affrontare questo problema, devono essere date risposte migliori sulla questione dei rimpatri”, ha continuato Meloni.
“Penso che negli ultimi due anni abbiamo lavorato bene nel gestire in modo diverso l’immigrazione illegale, nel non lasciare ai trafficanti la decisione su chi deve entrare e chi no. I nostri confini sono diversi e hanno bisogno di strumenti diversi, quello che succede in Finlandia può avere efficacia ma non può essere replicato nel Mediterraneo”, ha proseguito la presidente del Consiglio.
“Vogliamo difendere i confini esterni” della Ue “e non permetteremo alla Russia o alle organizzazioni criminali di minare la nostra sicurezza”, ha poi detto la premier.
“L’Ue sta fronteggiando grandi sfide. I nostri Paesi sono stati spesso considerati e si sono trovati su parti opposti nell’Ue, con il Nord e i cosiddetti ‘frugali’ da una parte e dall’altra le nazioni del Sud, accusate di essere ‘spendaccione’, cosa che credo sia un pregiudizio. Queste nazioni sono qui ora per parlare del tema della sicurezza, e questo dimostra che abbiamo capito che il mondo è cambiato e non possiamo affrontare le sfide se non capiamo il punto di vista e i problemi degli altri”, le parole di Meloni.
“Penso che dovremmo ripetere questo summit, sappiamo che ci sono molte sfide che l’Ue sta affrontando ma ci sono due questioni” principali, “la sicurezza e la competitività che potrebbe essere l’idea per il prossimo meeting”, ha spiegato. La premier ha quindi definito “ineludibile” il tema della “sicurezza per i nostri cittadini”.
Sul contributo alla Nato “dobbiamo fare di più” ma “molto dipende dagli strumenti che possiamo mettere sul tavolo”, ha detto ancora la premier. Per la presidente del Consiglio, l’Alleanza atlantica “rimane un pilastro” della nostra sicurezza.
A proposito della Russia, “dobbiamo capire che la minaccia è molto più grande di quanto immaginiamo: riguarda la nostra democrazia, la strumentalizzazione dell’immigrazione o quanto sta succedendo in Africa. Dobbiamo garantire la sicurezza e non si tratta solo del campo di battaglia in Ucraina. Dobbiamo essere preparati”, il monito di Meloni.
Per quanto riguarda la vicenda Open Arms “mi pare un fatto che l’oggetto del processo a Salvini fossero le sue scelte politiche piuttosto che effettivi reati e che la giurisdizione sia stata usata per condizionare la politica” ma “oggi sia io che Salvini siamo contenti dell’ottimo lavoro del ministro dell’Interno”, ha poi spiegato, rispondendo a una domanda su un eventuale approdo di Matteo Salvini al Viminale dopo l’assoluzione nel processo Open Arms.
“Si discute molto su cosa accadrà con Trump. Io non penso a cosa l’America può fare con noi ma cosa noi possiamo fare per noi stessi. Dobbiamo rafforzare la nostra sicurezza e abbiamo bisogno di strumenti, abbiamo differenti punti di partenza, dobbiamo incontrarci a metà strada”, ha detto ancora Meloni rispondendo alle domande della stampa.
“Su Trump non dovremmo seguire i rumors: ho sentito per esempio l’ultima cosa che ha detto sull’Ucraina, ‘stiamo lavorando per la pace ma non possiamo avere la pace abbandonando l’Ucraina’, che è all’incirca quello che ho detto io per anni. Aspetterei a capire esattamente quale sia la volontà del nuovo presidente degli Stati Uniti”, ha poi spiegato rispondendo a una domanda sulla richiesta di Trump di aumentare il contributo dei Paesi alla Nato al 5% del Pil.
La presidente del Consiglio Meloni, è giunta quindi alla base aerea di Šiauliai, in Lituania, per far visita al contingente militare italiano impegnato nella missione Nato Baltic Air Policing, a salvaguardia dello spazio aereo delle Repubbliche Baltiche. Ad accoglierla, il Comandante della Task Force Air 36th Wing Baltic Thunder II, colonnello Roberto Massarotto. In video collegamento presenti anche i contingenti nazionali impegnati in missioni all’estero in Asia, Medio Oriente, Africa, Balcani, Paesi Baltici, Est Europa, Stati Uniti, Mar Mediterraneo e Mar Rosso.
L’Italia è la Nazione che ha maggiormente contribuito alla missione Baltic Air Policing, dove conta nove dispiegamenti e impegna circa cento uomini. La Task Force è posta sotto la diretta dipendenza nazionale del Covi (Comando Operativo di Vertice Interforze), è composta da piloti provenienti dai Gruppi di Volo Caccia e da personale tecnico e logistico ed è equipaggiata con velivoli Eurofighter Typhoon (F-2000) provenienti da 36° Stormo di Gioia del Colle, 4° Stormo di Grosseto, 37° Stormo di Trapani e 51° Stormo d’Istrana dell’Aeronautica Militare.