sabato, Luglio 27, 2024

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L’auto cinese frena in patria e invade il resto del mondo. Ma l’Europa si può salvare. Ecco come

ROMA – L’auto cinese rallenta in patria ma invade il resto del mondo. E non con le elettriche.

Ad aprile, infatti, le esportazioni di auto del Dragone sono balzate del 38%, a 417.000 unità, mentre, secondo i dati della China Passenger Car Association, le vendite interne sono scese del 5,8% annuo a 1,55 milioni di unità, a causa della feroce concorrenza sui prezzi tra produttori e delle incertezze legate all’andamento dell’economia di Pechino che ha spinto molti consumatori a essere più cauti negli acquisti.

I dati, però, non sono così drammatici per l’industria dell’auto europea, perché la crescita dell’export delle quattro ruote made in China, ha toccato marginalmente il Vecchio continente. E questo è un dato dovuto soprattutto alla presa di posizione dell’Unione europea che, paventando dazi in seguito all’indagine sulle sovvenzioni del governo di Pechino ai produttori nazionali, ha spinto i costruttori del Dragone a puntare su nuovi mercati, come Sud America, Australia e Asean. Segno che un aumento dei dazi sulle auto di Pechino come sta per fare l’Amministrazione Biden negli Usa e come potrebbe fare presto l’Ue, può rallentare la temuta invasione delle quattro ruote del Dragone.

Le case cinesi, del resto, come ha sottolineato Cui Dongshu, segretario generale della China Passenger Car Association, sono quasi “costrette” a vendere all’estero perché il mercato interno sta vivendo una fase di riflusso, soprattutto a causa della guerra dei prezzi scatenata da Tesla e rilanciata dagli altri produttori, compreso un colosso come Byd. E infatti il calo di vendite di auto in Cina su base mensile ad aprile è stato di ben il 9,6% rispetto a marzo.

In particolare, mentre la quota di vendite di veicoli a nuova energia (Nev) ha toccato un nuovo massimo, quelle di auto elettriche sono molto più lente dei modelli ibridi plug-in (Phev). I Nev sono stati il 43,5% delle vendite totali ad aprile, in linea con l’obiettivo del 45% entro il 2027 stabilito dal governo. Le vendite di veicoli elettrici, però, sono calate del 6,3% mese su mese rispetto a marzo e quelle dei veicoli ibridi del 4,7%. Un piccolo segnale di allarme, anche se il segmento Phev è cresciuto al passo più rapido dal 2022, e ha portato la quota cinese del mercato globale dei veicoli elettrici-ibridi a sfiorare il 70% nel primo trimestre.

L’indebolimento delle vendite di veicoli elettrici ha rilanciato incentivi e guerra dei prezzi tra le case: per cercare di stimolare la domanda, la Cina ha annunciato sussidi fino a 10.000 yuan (circa 1.400 dollari) per le permute, mentre alcuni produttori, tra cui Tesla e Byd, hanno iniziato a offrire i modelli più richiesti senza far versare acconti.

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