domenica, Dicembre 22, 2024

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L’altra scossa: le auto ibride accelerano ancora e la loro quota di mercato cresce

TORINO – Vola l’ibrido e frena l’elettrico, ormai a livello del diesel nel vecchio Continente. La corsa per la riduzione delle emissioni di CO2 non si ferma, le vetture elettriche restano il futuro, ma il calo della domanda quest’anno ha finito per rilanciare gli ibridi. Una definizione ampia che copre modelli a benzina e diesel con vari gradi di elettrificazione, dal minimo sindacale (mild hybrid) a quello vero (full hybrid), a quello duplice, termico ed elettrico (plug-in).

L’industria così sta reagendo, rivedendo i propri piani di sviluppo, a partire da Stellantis dove le piattaforme STLA, svelate come solo elettriche ora sono diventate multi-energia per fare spazio anche alle ibride e ai plug-in. Tra gli altri costruttori, il gruppo Volkswagen ha dirottato un terzo dei 170 miliardi di investimenti del piano 2025-2029 dalle elettriche alla messa a punto di motori a combustione “moderni e sempre più ibridizzati”, mentre Volvo ha deciso di mantenere in produzione i plug-in più a lungo del previsto per “adeguarsi alle mutevoli condizioni del mercato e alle richieste dei clienti”. E moltre altre case stanno andando in questa direzione.

Così, a dicembre, è tempo di bilanci. E dalle elaborazioni di Dataforce emerge che nei dieci mesi in Europa, incluso il Regno Unito, le elettrificate (Hev) hanno guadagnato quattro punti di quota, passando dal 34% al 38,2% in un mercato che da inizio anno è cresciuto dell’1,1% a 10,797 milioni, rispetto all’anno precedente. Nel dettaglio, le mild hybrid sono aumentate del 17,4% a 2,079 milioni e conquistato il 19,2% di quota tra le elettrificate, le full hybrid hanno avuto un incremento del 22% a 1,276 milioni con il 12% di share. Le plug-in sono invece diminuite del 4% a 777 mila pezzi, con la quota scesa dal 7,6% del 2023 al 7,2%. Se è vero che il plug-in vuole essere una tecnologia di transizione tra il termico e l’elettrico puro, considerando la possibilità di superare i 100 chilometri in modalità zero emissioni con i più recenti modelli e comunque di avere un’autonomia totale di diverse centinaia di chilometri, è altrettanto vero che una tecnologia complessa come una doppia motorizzazione è costosa e quindi non adatta a vetture di grandi volumi come le citycar.

In Italia le plug-in hanno una quota solo del 3,3% (49.014 unità) che rispetto al 2023 è scesa di 1,2 punti, mentre le Hev sono cresciute di quasi quattro punti al 40% del mercato (590 mila pezzi in totale), con le mild hybrid al 28,4% di quota e quasi 418 mila unità e 172 mila immatricolazioni per le full hybrid e 11,6% dii quota. La crescita in volumi sull’anno precedente è stata del 7,3% per le mild e del 18% per le full.

La tecnologia full hybrid vede in prima fila Toyota, Hyundai, Renault, Ford, Honda, Suzuki, mentre Volkswagen sta rilanciando i plug-in e Stellantis punta su un sistema mild hybrid più potente, già su C3 Aircross, Jeep Avenger, Opel Frontera e presto sulla Grande Panda. A guidare la classifica delle vetture mild hybrid in Italia, infatti, ci sono due modelli del gruppo Stellantis, la Panda che negli undici mesi ha superato le 93 mila unità e la Lancia Ypsilon con 27 mila pezzi, a seguire due crossover di segmento C: la Kia Sportage con quasi 18 mila immatricolazioni e la Nissan Qashqai con 17,2 mila.

La Toyota, leader nella tecnologia full hybrid, domina con la Yaris Cross che ha venduto 34.500 unità (+6,6%) seguita dalla Yaris cinque porte con 29.500 (+61%), terza la Ford Puma con 26,335 (-7%) pezzi da gennaio a novembre.

Tra le ibride con la spina la più venduta con 3.634 unità è la Cupra Formentor poi la Bmw X1 con 2.923, quindi la Ford Kuga con 2.457.

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