(Adnkronos) – Roma, 14 Marzo 2025 – La sicurezza informatica è ormai una delle principali sfide del nostro tempo, nel giro di pochi anni il numero di attacchi informatici rivolti a imprese, istituzioni e cittadini è aumentato in modo esponenziale.
Banche, ospedali, pubbliche amministrazioni, aziende di qualsiasi settore si trovano oggi a dover fronteggiare minacce che arrivano da ogni angolo del pianeta.
Gli hacker non si limitano più a rubare informazioni, ma puntano a paralizzare interi sistemi informatici, chiedendo riscatti milionari o sabotando infrastrutture critiche.
A fronte di questa escalation, le strategie di difesa tradizionali non bastano più. Firewall e antivirus, per quanto avanzati, sembrano inseguire una minaccia che evolve più velocemente delle contromisure.
Ecco perché gli esperti di cybersecurity stanno lavorando su un concetto radicalmente nuovo: l’invisibilità dei dati. Se un’informazione non può essere individuata, non può essere né rubata né manipolata.
Ma come è possibile rendere i dati “invisibili” nel cyberspazio?
Ogni giorno, miliardi di dati sensibili viaggiano attraverso reti informatiche, vengono archiviati su server, trasferiti tra dispositivi mobili e cloud.
Da tempo, si sa che la protezione di queste informazioni è fondamentale. Eppure, gli attacchi ransomware, il furto di credenziali e la sottrazione di informazioni industriali dimostrano che le misure adottate fino a oggi non sono sufficienti.
Secondo un recente rapporto del Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, nel solo biennio 2023-2024 l’Italia ha registrato un aumento di oltre il 30% degli attacchi informatici rispetto all’anno precedente.
Di questi, oltre il 60% ha avuto un impatto significativo su aziende e istituzioni, bloccando l’operatività e causando danni economici enormi. Un esempio clamoroso è stato il blocco informatico subito da un’importante catena di ospedali, dove un ransomware ha criptato le cartelle cliniche di migliaia di pazienti, rendendole inaccessibili per giorni.
Oppure il caso della grande compagnia di trasporti la cui rete logistica è stata paralizzata da un attacco hacker, provocando ritardi a catena e perdite economiche ingenti. La domanda che gli esperti si pongono è chiara: come possiamo proteggere i dati in modo davvero efficace, senza limitarci a rincorrere le minacce?
La risposta a questa domanda potrebbe arrivare dalla ricerca su tecnologie di offuscamento e crittografia avanzata, capaci di rendere i dati non solo illeggibili, ma persino impossibili da identificare.
Il concetto di “dati invisibili” si basa su una premessa semplice: se un’informazione non è direttamente accessibile, non può essere né rubata né compromessa. In altre parole, invece di costruire muri più alti per difendere i dati, l’obiettivo diventa nasconderli, disperderli o spezzettarli in modo che siano impossibili da ricostruire per chi non possiede le chiavi giuste.
Questa idea si sta sviluppando su più livelli.
Crittografia dinamica: invece di usare chiavi fisse che possono essere violate, alcuni sistemi stanno sperimentando chiavi crittografiche che si modificano continuamente, rendendo impossibile per un hacker intercettarle e decifrare i dati.
Archiviazione distribuita: i dati non vengono più conservati in un unico server, ma frammentati e ridistribuiti su più nodi, magari in paesi diversi, rendendo quasi impossibile l’accesso a un’informazione completa.
Dati fantasma: alcune tecnologie stanno lavorando a file che esistono solo nel momento in cui vengono utilizzati e si autodistruggono non appena il processo è terminato, senza lasciare tracce accessibili.
Un esempio di questa evoluzione è stato il recente sviluppo di sistemi di cloud criptato decentralizzato, che separano i dati in più livelli di protezione e li rendono accessibili solo attraverso sistemi di autenticazione complessi a più fattori.
Tra le realtà italiane che stanno lavorando su questi nuovi modelli di sicurezza informatica, DPWAY S.R.L. (dpway.it) si distingue proprio per l’adozione di soluzioni basate su cloud brevettato e crittografia dinamica.
L’azienda ha sviluppato un sistema innovativo che offre protezione avanzata dei dati attraverso l’invisibilità e la decentralizzazione delle informazioni, questo approccio consente alle aziende di proteggere i propri dati da attacchi informatici, minimizzando il rischio di esposizione.
“Il nostro obiettivo è garantire alle aziende un livello di sicurezza che non si limiti a difendere i dati, ma li renda inaccessibili a chiunque non abbia l’autorizzazione necessaria.”, spiega Roberto Di Palma, il CEO di DPWAY.
Il modello proposto da Dpway si basa su tre pilastri fondamentali.
Crittografia dinamica: il sistema rigenera automaticamente le chiavi crittografiche ogni 15 secondi, rendendo i dati inutilizzabili per chiunque non abbia accesso in tempo reale.
Cloud sicuro e decentralizzato: le informazioni vengono archiviate in frammenti distribuiti su più server, eliminando il rischio che un attacco a un singolo nodo possa compromettere l’intero database.
Autenticazione a più livelli: ogni accesso è soggetto a verifiche biometriche, algoritmi di intelligenza artificiale e protocolli di sicurezza avanzati.
Il tutto, ovviamente, combinato alle più avanzate e moderne tecnologie di cybersecurity.
Questo approccio multidimensionale rappresenta una risposta concreta alla crescente vulnerabilità delle infrastrutture informatiche, offrendo una soluzione efficace alle aziende che vogliono proteggere i propri dati senza compromettere la flessibilità operativa.
Se fino a pochi anni fa l’idea di rendere i dati invisibili sembrava fantascienza, oggi alcune aziende stanno già testando questi sistemi.
Tra le soluzioni più avanzate si trovano infrastrutture cloud brevettate, sviluppate per garantire un accesso ai dati che sia limitato nel tempo e soggetto a verifiche biometriche o di intelligenza artificiale.
Un’altra innovazione interessante è rappresentata dalla ‘quantum cryptography’, tecnologia che sfrutta le proprietà della meccanica quantistica per generare chiavi di sicurezza impossibili da intercettare o riprodurre.
Secondo gli esperti, questi nuovi strumenti potranno rivoluzionare la cybersecurity nei prossimi anni, ma affinché siano adottati su larga scala serviranno due elementi fondamentali:
1) Consapevolezza e formazione: le aziende e le istituzioni devono comprendere che le minacce informatiche non possono più essere affrontate con le soluzioni di vent’anni fa. La sicurezza informatica deve diventare una priorità strategica, non solo un problema tecnico.
2) Regolamentazione e standard globali: perché queste tecnologie siano realmente efficaci, sarà necessario sviluppare normative che ne incentivino l’uso e ne definiscano gli standard, evitando che diventino strumenti di sorveglianza o controllo indiscriminato.
Un cambio di mentalità necessario
Il mondo della cybersecurity sta affrontando una sfida che non è solo tecnologica, ma anche culturale.
Per anni, la protezione dei dati è stata vista come un problema da risolvere a posteriori, quando il danno era già stato fatto, ma oggi, con la crescita esponenziale delle minacce, prevenire è diventato essenziale.
Le tecnologie per rendere i dati invisibili potrebbero essere la chiave per invertire questa tendenza, ma serviranno investimenti, ricerca e un approccio collaborativo tra aziende, istituzioni e governi.
Nel frattempo, la realtà è chiara, il cyberspazio è un campo di battaglia in continua evoluzione, e chi non si adegua rischia di rimanere indifeso.
La vera sfida non è più solo difendere le informazioni, ma renderle inaccessibili a chiunque non abbia il diritto di accedervi, un concetto semplice, ma potenzialmente rivoluzionario.
Per maggiori informazioni
Sito web: https://www.dpway.it/
Email: info@dpway.it