venerdì, Settembre 20, 2024

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Israele bombarda il Libano, è il secondo più grande raid contro Hezbollah

(Adnkronos) – Nella notte tra giovedì e venerdì le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno condotto in Libano il secondo più grande attacco dell’anno contro Hezbollah dopo quello del 25 agosto. Lo evidenzia un’analisi del Jerusalem Post, secondo cui la distruzione da parte dell’Aeronautica dello Stato ebraico di 100 lanciarazzi e di mille razzi di Hezbollah, principalmente nel sud del Paese, non è il risultato dell’ennesimo raid, ma ha conseguenze strategiche sulle capacità tattiche dell’organizzazione sciita alleata dell’Iran. 

Secondo il giornale, un attacco su larga scala del genere ha un impatto significativo sulla capacità di Hezbollah di reagire contro Israele per “gli eventi di questa settimana” ovvero le esplosioni di cercapersone e walkie talkie in dotazione ai militanti di Hezbollah. 

Questo non significa che Hezbollah non possa organizzare grandi attacchi contro Israele: può ancora farlo. Tuttavia, secondo il quotidiano, lo Stato ebraico – tra il raid della scorsa notte e quello del 25 agosto scorso – sta riducendo le capacità di contrattacco di Hezbollah, in particolare per quanto riguardo il lancio di razzi a corto raggio sul nord del Paese. 

I media libanesi, dal canto loro, hanno denunciato che ci sono stati fra i 50 e le 70 attacchi aerei, concentrati in brevissimo tempo, e che quella di ieri è stata l’operazione più pesante dall’inizio del conflitto a Gaza lo scorso ottobre. Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha anticipato che le azioni militari contro Hezbollah “proseguiranno” e ha parlato di “una nuova fase della guerra”.  

 

Israele riceverà una “risposta terribile” per i suoi attacchi contro Hezbollah in Libano con cercapersone e walkie talkie esplosivi. Lo ha dichiarato il comandante dei Guardiani della Rivoluzione dell’Iran (pasdaran), Hossein Salami, in una lettera inviata al segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, secondo quanto riporta l’agenzia Mehr. 

Nella lettera Salami ha condannato il “crimine terroristico” che ha causato decine di morti e migliaia di feriti. Affermando che “il regime sionista ha compiuto il crimine atroce a causa della sua disperazione e dei suoi fallimenti”, il capo dei pasdaran ha sottolineato che “il regime criminale di Israele riceverà presto una risposta schiacciante dalla Resistenza”. Ha anche elogiato Nasrallah, i combattenti di Hezbollah e la nazione libanese per aver sostenuto i palestinesi nella loro lotta contro l’ “occupazione” israeliana. 

 

”Non sono stati prodotti a Taiwan” i cercapersona usati dai miliziani di Hezbollah ed esplosi in Libano simultaneamente causando decine di morti e migliaia di feriti. Lo ha dichiarato il ministro dell’Economia di Taiwan, Kuo Jyh-huei, mentre l’azienda di Taipei Gold Apollo è finita sotto inchiesta per la presunta fabbricazione dei dispositivi. “Posso dire con certezza che non sono stati realizzati a Taiwan”, ha affermato il ministro aggiungendo che il caso è oggetto di indagine da parte delle autorità giudiziarie. 

 

“Per il momento non ci sono rischi gravi per le nostre truppe, per la Brigata Sassari. Continuiamo a seguire minuto dopo minuto la situazione come seguiamo quella dei cittadini italiani che vivono in Libano”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un’intervista a Radio 24. “Qualora debba esserci la necessità, siamo pronti a far rientrare in Italia tutti i cittadini italiani non stanziali”, ha ribadito il titolare della Farnesina. 

Commentando le recenti affermazioni del leader di Hezbollah, il capo della Farnesina afferma che “le parole di Nasrallah sono dure contro Israele, ma non annunciano un’immediata reazione. Questo vuol dire che c’è ancora tempo per trovare una soluzione per ridurre la tensione”. “Dalle parole di Nasrallah emerge il timore di un’escalation perché anche in Libano la popolazione cristiana non è favorevole a una guerra con Israele. Adesso in Libano è importante arrivare all’elezione del presidente della Repubblica perché c’è uno stallo che dura da tantissimo tempo” e questo permetterebbe di “aprire un dialogo con Israele e le altre parti interessate in Medio Oriente”, ha spiegato Tajani. 

 

Diversi esponenti di Hezbollah in Iraq sono stati uccisi in un raid, attribuito a Israele, contro un’auto vicino all’aeroporto di Damasco, rende noto l’emittente saudita Al-Hadath. 

 

Il comandante di una rete terroristica locale figura tra le sette vittime di un’operazione condotta dalle forze israeliane in Cisgiordania. Lo hanno riferito le Idf, precisando che durante un blitz ieri a Qabatiya, vicino Jenin, le unità delle forze speciali Duvdevan hanno ucciso quattro militanti palestinesi in uno scontro a fuoco. Alcune ore più tardi, altri tre sospetti terroristi sono stati uccisi in un raid con un drone che ha preso di mira un’automobile. “A bordo del mezzo dei terroristi c’erano armi ed esplosivi che hanno causato una seconda esplosione”, ha riferito l’esercito, secondo cui tra le persone uccise nell’attacco con droni c’era Shadi Zakarneh, identificato come il capo di una rete terroristica a Qabatiya responsabile di numerosi attacchi nella Cisgiordania settentrionale. Nell’operazione sono stati anche arrestati sette palestinesi. 

 

L’esercito israeliano sta indagando su un episodio che mostra alcuni soldati in Cisgiordania lanciare giù da un tetto i corpi senza vita di presunti militanti palestinesi. Le Forze di difesa israeliane hanno definito i fatti “un grave incidente che non coincide con i valori delle Idf”, sostenendo che quanto visto in alcuni video che circolano sui social media è “in fase di revisione”. I video mostrano tre soldati che lanciano da un tetto o prendono a calci sospetti militanti uccisi ieri durante il raid vicino a Jenin. 

 

 

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