(Adnkronos) – Hamas ha liberato oggi, sabato 22 febbraio, 6 ostaggi, gli ultimi della lista di 33 ostaggi da rilasciare nella prima fase dell’accordo con Israele ad essere ancora in vita. Questa è l’ultima tornata di rilasci previsti dalla fase iniziale di sei settimane dell’accordo di cessate il fuoco entrato in vigore il 19 gennaio. Il passo finale della prima fase sarà la consegna di altri quattro corpi di ostaggi la prossima settimana.
Tal Shoham e Abera Mengistu, dopo essere saliti sul palco a Rafah allestito da Hamas per la loro liberazione, sono stati consegnati alla Croce rossa internazionale che a loro volta li ha affidati alle Idf a Gaza.
Altri tre ostaggi – Eliya Cohen, Omer Shem Tov e Omer Wenkert – sono stati consegnati alla Croce rossa internazionale dopo essere saliti sul palco a Nuseirat, nel centro di Gaza, prima del rilascio da parte di Hamas. Anche loro sono stati affidati all’Idf.
Il sesto e ultimo ostaggio, Hisham al-Sayed, rapito nel 2015, è stato liberato senza una cerimonia pubblica. Consegnato alla Croce rossa internazionale a Gaza City, è in viaggio per essere affidato alle Idf e allo Shin Bet. Lo rende noto l’esercito israeliano, che trasferirà al-Sayed fuori dalla Striscia di Gaza.
In una nota l’Idf ha scritto che “Hamas non terrà la sua ‘cerimonia’ per l’ostaggio Hisham al-Sayed nel rispetto della comunità beduina-israeliana, non esponendolo a questa esperienza disumanizzante e traumatica”. Le Idf si sono chieste: “Dov’era questo ‘rispetto’ per la comunità arabo-israeliana quando hanno tenuto Hisham in ostaggio per oltre un decennio?”.
Al-Sayed, affetto da schizofrenia, è entrato a Gaza nel 2015 ed è stato catturato da Hamas, che ha falsamente affermato che era un soldato. Nel 2022 Hamas ha diffuso il primo segno di vita in sette anni: un video che mostrava l’uomo attaccato a un respiratore. Dopo il 7 ottobre, il suo caso è riemerso e suo padre si è unito all’Hostage Families Forum per riportare la sua storia all’attenzione pubblica.
Omer Shem Tov ha baciato sulla testa due miliziani di Hamas in segno di gratitudine mentre era sul palco durante la liberazione. La scena è stata ripresa in diretta dalle telecamere presenti e condivisa sui media. Rapito dal festival Nova e tenuto prigioniero insieme ai suoi amici Mia e Itai Regev, Omer Shem Tov ha salutato sorridente e alzato il pollice durante le operazioni di rilascio (VIDEO).
E’ stato rinviato il rilascio, previsto per oggi, di 602 detenuti palestinesi in cambio di sei ostaggi israeliani. Lo scrive Haaretz spiegando che i prigionieri resteranno sotto la custodia israeliana almeno fino al termine delle consultazioni sulla sicurezza convocate dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Secondo le famiglie dei prigionieri palestinesi, il loro rilascio dovrebbe avvenire intorno alle 20 di oggi. Durante la riunione convocata da Netanyahu si parlerà del rilascio degli ostaggi rimasti ancora nella Striscia di Gaza.
Hamas si è detto pronto a passare alla seconda fase dell’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e a raggiungere lo scambio completo tra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi. L’obiettivo, ha sottolineato Hamas, è quello di arrivare al cessate il fuoco permanente e al ritiro completo delle Forze di sicurezza israeliane (Idf) dalla Striscia di Gaza.
Hamas ha inoltre dichiarato di essere pronto a ”uno scambio totale di prigionieri con Israele”, ovvero a liberare tutti gli ostaggi ancora trattenuti, in cambio della fine permanente della guerra, del ritiro delle Idf dall’enclave palestinese e della ricostruzione della Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il portavoce di Hamas Hazem Qassem, precisando che la ricostruzione della Striscia di Gaza deve essere effettuata tramite un chiaro consenso nazionale e che non verrà permesso a nessuna forza esterna di interferire. Qassem ha spiegato che i negoziati per la seconda fase non sono ancora iniziati, ma i colloqui con i mediatori sono in corso.
Hamas ha aggiunto che “sono passati 33 giorni dall’inizio della prima fase, eppure l’occupazione non ha pienamente implementato tutti i suoi termini”, sottolineando che “la situazione a Gaza è catastrofica” e invitando i mediatori a fare pressione sull’occupazione affinché implementi il protocollo umanitario.
Il corpo della donna consegnato da Hamas è quello di Shiri Bibas, fatta prigioniera dai militanti palestinesi nell’ottobre 2023. La conferma è arrivata dalla famiglia.
“Dopo il processo di identificazione presso l’Institute of Forensic Medicine, questa mattina abbiamo ricevuto la notizia che temevamo di più. La nostra Shiri è stata assassinata in prigionia e ora è tornata a casa dai suoi figli, dal marito, dalla sorella e da tutta la sua famiglia per riposare”, ha affermato la famiglia Bibas in una dichiarazione.
“Nonostante i nostri timori per la loro sorte, continuavamo a sperare di poterli riabbracciare, e ora siamo distrutti e addolorati”, hanno dichiarato i familiari di Shiri Bibas su Instagram.
Hamas ha respinto con fermezza le ”false accuse” mosse da Israele secondo cui Ariel e Kfit Bibas sarebbero, secondo le Idf, ”stati assassinati brutalmente a mani nude”. In una nota Hamas ha ”condannato le false accuse dell’occupazione riguardo all’uccisione dei bambini della famiglia Bibas da parte dei rapitori e i tentativi di incolparci” per la loro morte. Dal novembre del 2023 Hamas sostiene che i due bambini siano stati uccisi insieme alla loro madre in un raid aereo israeliano.
Hamas sostiene che le affermazioni delle Idf non sono altro che “menzogne e diffamazioni infondate, volte a infangare la reputazione della resistenza e a legittimare i crimini dell’occupazione”. Inoltre, ha aggiunto, “la resistenza ha mantenuto gli ostaggi al sicuro con lealtà e responsabilità, nel rispetto dei valori islamici e umanistici”. Quindi, prosegue la nota, “le false affermazioni sono il palese tentativo dell’occupazione di giocare con i sentimenti delle famiglie degli ostaggi e di mitigare il risentimento del popolo”.