venerdì, Ottobre 18, 2024

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Auto elettrica, i costi di ricarica in Italia potrebbero quadruplicare entro il 2030. Ecco perché

ROMA – L’Italia è già tra i Paesi dove la penetrazione della mobilità elettrica appare più lenta rispetto al resto d’Europa, ma cosa accadrebbe se il costo di ricarica crescesse per le auto elettriche di quattro volte rispetto ai livelli attuali e raddoppiasse per le ibride plug-in? E’ questo infatti lo scenario che, secondo il Centro Studi Unem (Associazione delle imprese che operano in Italia nei settori della raffinazione, della logistica e della distribuzione di prodotti petroliferi aderente a Confindustria), potrebbe verificarsi nel 2030 se verranno rispettati gli obiettivi indicati dal Piano nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec), consegnato a Bruxelles. Piano che prevede, entro il 2030, l’arrivo sulle strade italiane di un totale di 6,6 milioni di vetture ricaricabili: ovvero fino a 4,3 milioni di elettriche e 2,3 milioni di ibride plug-in.

Secondo il Centro Studi Unem questo scenario produrrebbe una riduzione di carburanti liquidi impiegati nella mobilità di circa 5 milioni di tonnellate rispetto ad oggi, con conseguente riduzione, nel 2030, del gettito fiscale derivante dalle accise di circa 3,8 miliardi di euro. Valore che potrebbe superare i 9 miliardi di euro nel 2040. A questo punto nel 2030, con circa 4,1 GWh di consumi elettrici legati al trasporto, il governo, per compensare il gap, potrebbe decidere di rivedere al rialzo l’attuale tassazione sulle ricariche destinate alle auto elettriche che, secondo lo studio Unem, potrebbe arrivare a 1,27 euro /kWh. Valore ottenuto sommando i circa 0,92 euro/kWh stimati come aggravio della tassazione sulle ricariche elettriche con gli 0,35 euro/kWh medi attuali. Significa che, spiega lo studio, considerando che un’auto elettrica per fare 100 km consuma mediamente tra i 15 e i 19 kWh, la spesa di ricarica per l’utente finale sarebbe compresa tra un minimo di 19 euro e un massimo di oltre 24 euro. Appunto quattro volte il costo attuale per le auto elettriche e il doppio rispetto a quello sostenuto oggi con un’ibrida plug-in.

Il problema di come recuperare le accise perse sulle auto con carburante fossile a causa dell’avanzare delle vetture elettriche è già all’attenzione del governo, come ha recentemente affermato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. E quest’analisi, precisa Unem “può aiutare a inquadrarlo da un punto di vista economico-finanziario per trovare soluzioni eque che non penalizzino troppo i consumatori. Del resto, se l’Italia è tra i Paesi dove la penetrazione elettrica appare più lenta rispetto al resto d’Europa, è anche quella dove il gettito fiscale garantito dalla mobilità è sicuramente tra i più significativi”.

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