venerdì, Marzo 14, 2025

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Omicidio Willy, ergastolo a Marco Bianchi e 28 anni a Gabriele: la sentenza d’Appello bis

(Adnkronos) – Ergastolo per Marco Bianchi e condanna a 28 anni per il fratello Gabriele. Questa la sentenza dei giudici della Corte di Assise di Appello oggi 14 marzo nel processo d’Appello Bis sull’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il ventunenne ucciso durante un pestaggio a Colleferro la sera del 6 settembre 2020. 

La procura generale aveva chiesto la condanna all’ergastolo per entrambi, senza il riconoscimento delle attenuanti generiche che, con la sentenza, sono state invece riconosciute a Gabriele.  

Al nuovo processo di Appello si è arrivati dopo che la Cassazione ha riconosciuto per tutti la responsabilità penale per omicidio volontario e ha disposto il nuovo giudizio limitatamente alle attenuanti generiche, che erano state riconosciute ai fratelli Bianchi nel primo processo di Appello, facendo scendere la condanna per i due dall’ergastolo a 24 anni. Sono già definitive invece le condanne per gli altri due imputati, 23 anni per Francesco Belleggia e 21 anni per Mario Pincarelli. 

“Siamo addolorati per la morte di Willy e per il dolore della sua famiglia ma non siamo dei mostri”. È quanto hanno sostenuto Marco e Gabriele Bianchi nel corso delle dichiarazioni spontanee davanti ai giudici della Corte di Appello di Roma nel processo d’Appello bis sull’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il ventunenne ucciso durante un pestaggio a Colleferro la sera del 6 settembre 2020. La procura generale nelle scorse udienze ha chiesto per entrambi la condanna all’ergastolo, senza il riconoscimento delle attenuanti generiche. In giornata è attesa la sentenza.  

“Volevo replicare quanto detto in questi anni – ha sostenuto Gabriele Bianchi presente in aula per l’ultima udienza del processo – sono stufo: da quattro anni e più vengo definito come una persona che non sono. Non vivevo di delitti, avevo una frutteria, mi svegliavo alle tre del mattino per lavorare. Io e mio fratello abbiamo commesso degli errori e siamo pronti a pagare. In carcere sono la persona che sono sempre stata, mi sto laureando, svolgo il mio lavoro con serietà e impegno e non ho mai litigato con nessuno. Ripeto quello che ho dichiarato nel processo per quattro anni: voglio pagare per le colpe che ho, ma non ho mai colpito Willy, non l’ho toccato. Non posso confessare una cosa che non ho fatto, sono pronto a morire in carcere ma non dirò mai che l’ho colpito. Sono addolorato per la morte di Willy – ha detto Gabriele rivolgendosi alla madre della vittima – ho chiesto un incontro con i familiari per poterli guardare negli occhi. E se potessi cambierei le sorti di quella sera. Prego tutte le notti che mi venga data la speranza di poter abbracciare mio figlio fuori dal carcere”.  

Videocollegato dal carcere ha preso la parola anche Marco Bianchi dicendosi dispiaciuto per quello che è accaduto “per il dolore che ho dato alla famiglia di Willy. Sono responsabile per il calcio al fianco ma non quando era a terra, mi dispiace per mio fratello che è stato coinvolto in questa situazione ma non ha mai colpito Willy. Pagherò per la mia responsabilità, ma non siamo mostri. Non meritiamo tutto questo odio mediatico, spero in una pena giusta”.  

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