(Adnkronos) – Beniamin Netanyahu smentisce le indiscrezioni secondo cui avrebbe dato il via libera ad una tregua, seppure con condizioni, e a una riduzione dei combattimenti in Libano. In una nota, l’ufficio del premier ha scritto: “La notizia del cessate il fuoco non è vera. Si tratta di una proposta franco-americana, alla quale il primo ministro non ha nemmeno risposto. Anche le notizie sulla presunta direttiva per moderare i combattimenti nel nord sono il contrario della verità. Il primo ministro ha incaricato le Idf di continuare i combattimenti con tutta la forza e secondo i piani presentatigli”. “Inoltre – conclude la nota – i combattimenti a Gaza continueranno finché tutti gli obiettivi della guerra non saranno raggiunti”.
La dichiarazione congiunta rilasciata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden e dal suo omologo francese Emmanuel Macron dopo un’intensa campagna di bombardamenti durata tre giorni in cui sono morte più di 600 persone ha affermato: “È tempo di un accordo sul confine tra Israele e Libano che garantisca sicurezza e protezione per consentire ai civili di tornare alle loro case. Lo scambio di fuoco dal 7 ottobre, e in particolare nelle ultime due settimane, minaccia un conflitto molto più ampio e danni ai civili”.
Continuano intanto i raid dell’esercito israeliano. Nella notte l’Idf ha colpito circa 75 obiettivi di Hezbollah, con i caccia dell’aeronautica militare che hanno preso di mira, nella valle della Bekaa e nel Libano meridionale, depositi di armi, lanciarazzi diretti contro Israele, edifici militari, terroristi e infrastrutture di Hezbollah.
Almeno tredici persone sono morte, ha riferito il ministero della Sanità libanese, senza precisare se si tratti di civili o di combattenti di Hezbollah. In particolare, il ministero ha reso noto su Facebook che almeno nove persone sono morte e altre undici sono rimaste ferite in un attacco alla città di Yunein, dove le squadre di soccorso continuano a lavorare tra le macerie per cercare di individuare altre possibili vittime. Altre tre persone sono invece morte in un raid contro Aita al Chaab, mentre una persona è stata uccisa a Qana. Entrambe le città si trovano nel sud del Libano.
Gli esponenti di destra del governo israeliano hanno tuttavia sollecitato pubblicamente il primo ministro Benjamin Netanyahu a non accettare nessuna tregua, affermando che ciò non avrebbe alcuna giustificazione morale e servirebbe solo a consentire a Hezbollah di riorganizzarsi dopo la serie di colpi ricevuti.
Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha twittato che “la campagna nel nord dovrebbe concludersi con uno scenario: schiacciare Hezbollah, impedendo la sua capacità di danneggiare i residenti del nord. Non bisogna dare al nemico il tempo di riprendersi dai duri colpi ricevuti e di riorganizzarsi per la continuazione della guerra dopo 21 giorni”.
Di diverso avviso il leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, secondo il quale Israele dovrebbe accogliere l’appello franco-americano. “Lo Stato di Israele dovrebbe annunciare questa mattina che accetta la proposta di cessate il fuoco Biden-Macron, ma solo per 7 giorni, per non consentire a Hezbollah di ripristinare la catena di comando e controllo. Non accetteremo alcuna proposta che non includa la rimozione di Hezbollah dal nostro confine settentrionale”, si legge sull’account X di Lapid. “Qualsiasi proposta avanzata dovrà consentire ai residenti del Nord di ritornare immediatamente sani e salvi nelle loro case e portare alla ripresa delle trattative per l’accordo sugli ostaggi. Qualsiasi violazione, anche la più lieve, del cessate il fuoco porterà Israele ad attaccare nuovamente con tutta la sua forza e in tutte le zone del Libano”.
Il capo delle Nazioni Unite António Guterres ha avvertito che il Libano è “sull’orlo del baratro”, invitando le parti a “fermare le uccisioni e la distruzione”. Durante una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, ha affermato che il Paese sta vivendo il suo periodo più sanguinoso e che “si sta scatenando l’inferno”.
Hezbollah, ‘razzo lanciato ieri ha testata 500 kg e gittata 190 km’
Beirut, 26 set. (Adnkronos)
Il missile balistico lanciato ieri da Hezbollah verso il centro di Israele trasportava una testata da 500 chilogrammi. Lo ha dichiarato il gruppo islamista in un breve video in cui vanta le capacità del ‘Qader-1’, aggiungendo che ha una gittata di 190 chilometri.
Il missile è stato intercettato dal sistema di difesa aerea a medio raggio David’s Sling di Israele e non ha causato danni o feriti. Hezbollah ha affermato di aver preso di mira il quartier generale del Mossad nei pressi di Herzliya, nel distretto di Tel Aviv.