(Adnkronos) – Jannik Sinner ‘contro’ Carlos Alcaraz. L’azzurro numero 1 del mondo e lo spagnolo si schierano su posizioni opposte nell’ultima discussione che anima il tennis. La stagione 2024 sta per arrivare al termine: mancano gli ultimi tornei, poi le Atp Finals e la Coppa Davis.Â
Un ultimo tour de force per i big della racchetta, che tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre vanno a caccia di titoli e punti in Asia: si gioca a Chengdu mentre inizia il torneo di Pechino, dove Sinner e Alcaraz sono candidati a scontrarsi in finale. Intanto, si scaldano i motori a Tokyo e poi si va a Shanghai per il Masters 1000. Â
Più di un’opzione per chi vuole cercare gloria in Estremo Oriente con un calendario fitto, fittissimo. Anche troppo, a sentire Alcaraz dopo la Laver Cup, altro appuntamento che – con meno stress – ha portato l’elite dell’Atp a produrre uno sforzo supplementare.Â
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“Si gioca troppo e in qualche modo ci uccideranno. Molti tennisti validi in questa fase della stagione rischiano di dover rinunciare a tornei per infortuni”, dice l’iberico. “A volte, mi capita di non voler partire per giocare un torneo. Vorrei rimanere con famiglia e amici, mi è capitato di sentirmi così alcune volte: ci sono momenti in cui non sono per niente motivato”, dice Alcaraz, che è tornato su un tema parzialmente affrontato già agli US Open.Â
L’eliminazione precoce, al secondo turno, è stata giustificata dallo spagnolo anche con un approccio mentale rivedibile: “Nel tennis si gioca contro qualcuno che vuole esattamente quello che vuoi tu: vincere la partita. Bisogna essere calmi il più possibile per riflettere e fare le cose giuste. Stavo giocando contro il mio avversario e, a livello mentale, anche contro di me”.Â
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Dall’altra parte della rete, nel dibattito, c’è Sinner. L’azzurro quest’anno ha giocato sinora 60 partite, vincendone 55. La prospettiva di chiudere il 2024 con oltre 80 match nel curriculum è concreta. “Il calendario è piuttosto lungo, ma bisogna scegliere dove giocare. Certo, ci sono tornei obbligatori che non si possono saltare: ma un giocatore può comunque scegliere”, dice indicando la sua soluzione.Â
“Non bisogna giocare per forza: se vuoi giochi, se non vuoi non giochi. Anche io, quest’anno o nella scorsa stagione, ho saltato determinati tornei perché ritenevo più opportuno allenarmi. Si tratta di scelte e strategie in una stagione che è sicuramente lunga e complessa”, aggiunge.Â